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News | FSC: uno standard sostenibile

Come ormai risaputo a febbraio del 2021 è stata pubblicata nuova revisione V3-1 dello standard della Catena di Custodia FSC-STD-40 004 che è ufficialmente entrato in vigore il 1° settembre 2021.
Niente paura, è stato previsto un periodo di transizione di 15 mesi con scadenza 31 dicembre 2022; infatti fino a quella data sarà ancora possibile effettuare gli audit secondo la versione V3-0, mentre dal 30 giugno 2023 saranno considerati validi SOLO i certificati con revisione V3-1. Sull’onda della parola d’ordine “Sostenibilità”, l’FSC ha quindi introdotto un nuovo capitolo (il numero 7 per la precisione) che è stato interamente dedicato al rispetto dei requisiti fondamentali del lavoro secondo i principi delle convenzioni dell’ILO (International Labour Organization).
Il marchio FSC assume quindi una connotazione di Sostenibilità più ampia per non dire totale in quanto, oltre agli aspetti dall’evidente contributo ambientale vengono inclusi quelli di natura etica lavorativa (abolizione del lavoro minorile, del lavoro forzato/obbligatorio, della discriminazione in materia di impiego e occupazione, riconoscimento della libertà di associazione e diritto alla contrattazione collettiva).
Vediamo però come un’azienda può accedere a tale “etichetta” adempiendo ai nuovi requisiti. In primis l’organizzazione deve dichiarare formalmente l’impegno verso l’adozione dei suddetti principi, implementarli concretamente e, ovviamente, consentirne la verifica durante le fasi di audit. Al fine di dimostrare l’impegno e l’implementazione, lo standard mette a disposizione una check list di autovalutazione allegata, che dovrà essere periodicamente aggiornata e presentata in sede di audit da parte dell’ente.
Da evidenziare che le organizzazioni già certificate secondo quegli schemi che soddisfano tali principi non hanno la necessità di effettuare tale autovalutazione (siamo comunque in attesa di chiarimenti sugli schemi di certificazioni accettabili).
Un ulteriore nuovo requisito riguarda la “disponibilità” da parte di tutti coloro che possiedono un certificato FSC a presentare, su richiesta dell’ASI o dell’ente di certificazione, campioni dei loro prodotti in modo da permettere l’effettuazione del test delle fibre in modo da rilevare le specifiche e l’origine del legno. Per concludere l’azienda certificata dovrà fornire, sempre su richiesta, informazioni accurate sulle specie utilizzate nei prodotti campione.
Risulta quindi evidente come la strada del virtuosismo passi attraverso le certificazioni (di prodotto o di sistema) i cui requisiti stanno, a loro volta, sfumando sempre di più l’uno con l’altro consentendo a quelle organizzazioni che ne riconoscono il valore di perseguire un percorso di crescita a 360°.
Per approfondire l’argomento o se ritenete necessaria una valutazione della vostra realtà non esitate a contattarci.
Alessandra Perini
335 774 7884